Protesi, quando è necessario operarsi?

protesiLe possibili alterazioni a carico delle articolazioni

Le diverse patologie d’interesse ortopedico, nella maggior parte dei casi, possono essere trattate con mezzi fisici non cruenti, volti al miglioramento del quadro clinico del paziente.

L’uso di trattamenti non chirurgici può ritenersi valido in tutti i casi in cui è possibile disinfiammare muscoli e articolazioni, tramite l’applicazione di tutori ortopedici, manipolazioni vertebrali, infiltrazioni ed elettro stimolazioni.

Quando le patologie, all’anamnesi del paziente, si presentano impegnative e piuttosto gravi, è utile invece ricorrere al trattamento chirurgico, tramite applicazioni di protesi adeguate.

Fra le problematiche più insidiose, che costringono i pazienti ad un intervento di chirurgia protesica, ritroviamo l’osteoartrosi, l’artrosi post-traumatica, le malattie reumatiche come l’artrite reumatoide, la displasia congenita dell’anca, i tumori ossei primitivi, ed i traumi.

In seguito ai danni causati da tali patologie, s’interviene a sedarne i sintomi, talvolta invalidanti e degenerativi, attraverso cure farmacologiche e fisioterapiche.

Tuttavia, seppur affrontato con farmaci e trattamenti fisioterapici, il disturbo può persistere nel tempo, divenendo insopportabile anche durante la fase di riposo (coxoartrosi).

I vantaggi dell’intervento di protesi del ginocchio

Quando, ad esempio, la gonoartrosi colpisce l’articolazione del ginocchio, formata dall’estremità inferiore del femore e dalla parte superiore della tibia, la cartilagine tende a danneggiarsi fino a scomparire completamente, lasciando stridere le due superfici ossee.

In questo caso, ed in tutti i casi analoghi, la sintomatologia può superare la soglia del dolore individuale, e la mobilità diviene inevitabilmente compromessa.

Se il dolore intenso e incessante non risponde ai trattamenti terapeutici con fisioterapia, antinfiammatori, infiltrazioni di cortisone, e/o acido ialuronico, ricorrere alla chirurgia protesica, tramite l’applicazione di protesi con sostituzione totale dell’articolazione (piatto di supporto metallico ed inserto in polietilene), rappresenta l’unica vantaggiosa soluzione.

Un vantaggio che consente di recuperare, in termini di allineamento ottimale, un perfetto range di movimento.

La protesi d’anca ed i benefici della chirurgia protesica

Anche nel caso di chirurgia protesica all’anca, con impianto protesico inserito nell’osso del femore, la sostituzione della parte malata del femore (testa e acetabolo) viene sostituita con una protesi articolata (stelo femorale con sfera e cotile, in ceramica o polietilene), in grado di riportare il paziente ad una perfetta condizione di mobilità e conseguente ripresa delle attività abitudinarie.

Oltre all’artroprotesi dell’anca, che sostituisce completamente l’articolazione, la testa femorale e la cartilagine stessa, la chirurgia protesica si affida all’endoprotesi dell’anca, con sostituzione della testa o del collo del femore; alla protesi d’anca di rivestimento, indicata per i soggetti più giovani, visto il risparmio di tessuto, ma maggiormente sottoposta ad usura; ed alla protesi dell’anca con tecnica mini-invasiva, molto vantaggiosa dal punto di vista obiettivo dell’intervento, della durata e della deambulazione.

In tutti i casi, di protesi del ginocchio e di protesi dell’anca, l’intervento offre notevoli e durevoli possibilità di una deambulazione normale, se accompagnato ad un adeguato trattamento riabilitativo.

L’efficacia ed il successo dell’intervento è dato anche dalla continua ricerca, dai materiali e dal design di nuova generazione.